studente: Cristian Ceccarelli

In seguito alla costruzione di una diga, il fiume Ghataprabha ha causato ingenti danni nello stato del Karnataka, straripando e allagando parte della vecchia città di Bagalkot. Un nuovo centro, New Bagalkot, è stato proposto e progettato per accogliere 100.000 persone, molte delle quali rimaste senza casa. Lo sviluppo degli edifici pensato da Correa è più denso vicino al centro del complesso e diventa sempre più rado spostandosi verso l’esterno. Diverse tipologie di sono pensate per accogliere tutti i nuovi gruppi di abitanti. I settori sono organizzati in un masterplan che ha una base razionale ed una metafisica. Richiama infatti anche la città sacra di Srirangam, costruita in fasce concentriche intorno al tempio, una raffigurazione praticamente perfetta dell’antico e mitico modello della città come cosmo. Questo progetto ha consentito a Correa di provare ad applicare alcuni dei principi già studiati nel progetto per la città di Ulwe, utili per per generare un sistema di strade flessibile. Utilizza alcune analogie con le tradizionali città indiane come la stessa Bagalkot, dove il tessuto urbano si è sviluppato naturalmente. Usando un approccio simile, ritiene che la composizione di ogni singolo settore non dovrebbe essere predeterminato dai progettisti, ma può essere deciso volta per volta, a seconda della richiesta. Anche a livello dello singole abitazioni crea delle tipologie che possono essere utilizzate come modello, ma che possono anche essere modificate molto in fase di costruzione, a seconda delle necessità delle singole famiglie. Ci sono degli elementi di costruzione spontanea che vanno spesso a modificare i modelli tipo, come per esempio sovrastrutture sulle terrazze, scale esterne oppure tettoie temporanee aggettanti sulla strada. Alcuni aspetti delle abitazioni tipiche indiane come le corti interne sono sempre presenti e diventano spesso un aspetto generatore della forma delle case e dei quartieri. L’alternanza tra gli spazi aperti e quelli chiusi diventa uno dei temi principali di studio, soprattutto a causa dell’alta densità delle abitazioni.

Anno: 1985
Luogo: Karnataka
Localizzazione: sud-ovest rispetto alla città vecchia di Bagalkot, Latitudine 16°10’15’’, Longitudine 75°40’20’’
Oggetto: zona di espansione urbanistica per 100000 persone, con sistema viario, lottizzazione e previsione dei servizi pubblici
Superficie  di intervento: 4000 m² circa

Bibliografia

Charles Correa, Charles Correa / with an essay by Kenneth Frampton, Thames and Hudson, 1996,pp 180-185
Klaus-Peter Gast, Modern Traditions Contemporary Arichitecture in India,Birkhauser, 2007, pp 71-73
New bagalkot, etat du Karnataka,Techiniques & architecture, n 376, marzo 1988, pp 96-97

studente: Marianna Tisselli

INTERVENTO: Belapur Housing
ANNO: 1983-1986
LUOGO: Belapur, New Bombay, India.
LOCALIZZAZIONE: Latitudine 19°01’56.47” N,  Longitudine 73°02’4.90” E
ZONA CLIMATICA: Clima tropicale. La temperatura media annuale è di 26,7° C. Le temperature sono moderate dalla vicinanza del mare e non subiscono importanti cambiamenti durante il corso dell’anno. Il mese più freddo è gennaio, con una media di 23,9° C a metà mese. Il monsone influenza sia la temperatura che il clima. La stagione dei monsoni normalmente va dall’inizio di giugno alla fine di settembre. Le precipitazioni raggiungono, nel corso di questi mesi, il 95% del totale annuale. I mesi di ottobre e novembre sono altrettanto caldi, anche se con scarse precipitazioni. Con temperature massime diurne di circa 28° C, i mesi da dicembre a febbraio sono asciutti e leggermente meno caldi rispetto al periodo marzo-maggio, quando le temperature medie massime arrivano fino a 33° C. e aumenta il tasso di umidità.
OGGETTO: quartiere residenziale cinto da strade carrabili e situato in una zona limite tra il tessuto edificato della città a sud e le ampie colline che si aprono a nord. Nella zona centrale è attraversato da un ruscello.
DENSITA’:  abitazioni per 550 famiglie  distribuite su circa sei ettari di terreno.
ORIENTAMENTO: sviluppato prevalentemente lungo l’asse nord-sud.
COMPOSIZIONE ALLOGGI: sono sviluppate 5 diverse tipologie tutte recintate, indipendenti e comprendenti spazi al chiuso (casa vera e propria), spazi coperti (verande) e spazi all’aperto (corte privata o terrazzi).
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: mura perimetrali in mattoni; tetto con struttura in legno rivestito con tegole.
MATERIALI IMPIEGATI: mattoni, intonaco di colorazione bianca, infissi colorati in legno, pavimentazione esterna in blocchi di pietra.

L’intervento si trova a Belapur, uno dei principali nodi di New Bombay, città gemella di Bombay nata da un’idea di Charles Correa ed un gruppo di colleghi nel 1960 come mezzo per ridurre la pressione su una vecchia città fisicamente ristretta nella parte inferiore della penisola tra il porto e l’Oceano Indiano (oggetto di un enorme e crescente afflusso di gente in cerca di lavoro). Invece di espandersi ulteriormente in quella zona, suggerirono di colonizzare il terreno non attrezzato sul lato opposto della grande insenatura naturale del mare e di impostare una via di comunicazione tra la città madre e quella satellite. In questa zona le colline scendono formando una serie di valli caratterizzate da ampie macchie di vegetazione. Il quartiere progettato dall’architetto si trova in una di queste vallate.

Il settore, che occupa circa 6 ettari di terreno, tenta di dimostrare come l’alta densità (550 famiglie e servizi vari) può essere raggiunta anche con una tipologia abitativa bassa. Il suo studio, basato sull’osservazione dei tradizionali insediamenti indiani, ha suggerito che tale intervento dovesse essere sviluppato utilizzando una gerarchia spaziale che, partendo dal mondo privato della singola abitazione e passando attraverso una serie di ambienti comuni,arrivasse al maggiore spazio pubblico, il Maidan. La geometria di Belapur è quindi una interpretazione diretta di questa sintesi.

Il progetto è quindi generato da una gerarchia di spazi. Il primo è la corte privata della singola abitazione utilizzabile come spazio all’aria aperta per diverse attività durante la maggior parte dell’anno. Successivamente sette unità abitative si raggruppano formando una piccola corte comune di circa 8m x 8m. Tre di questi gruppi formano un modulo da ventuno abitazioni che descrive lo spazio collettivo della scala successiva (circa 12m x 12m). Questa gerarchia spaziale continua fino a quando si raggiunge lo spazio di vicinato più grande dove sono localizzati scuole ed altri servizi. Lungo una diagonale attraverso il sito è localizzato il bazar.

BIBLIOGRAFIA:

RIVISTE:

“Open the Box”, Jim Murphy, Progressive Architecture, New York, ottobre, 1982,  pp. 100-104

“Belapur Housing”, Mimar, Singapore, luglio, 1985, pp. 34-40

“Correa Courts”, Peter Davey, Architectural Review, London,  ottobre, 1985, pp. 32-35

“Public Sector Mass Housing”, Babar Mumtaz, Design Ideas, Bombay, aprile, 1993, pp. 5-9

“Cellular housing scheme expansible from court to city”, Architecture, 1986, pp. 84-85.

LIBRI:

A History of Architecture, Sir Banister Fletcher, Butterworth, London, 1987, pp. 494- 495

After the Masters, Iftkram Shaft e Peter Salver, Ahmedabad, 1990, pp. 100 – 103

Architecture of SARC Nations, Razia Grover e S.K. Das, Media Transasia , Delhi, 1991, p. 79

Contemporary Asian Architects, Hasan-Uddin Khan, Taschen, London, 1995, pp. 86 – 87 Architecture After Modernism, Diane Ghirado, Thames & Hudson, London, 1996, pp. 155 – 156

Urbanisation in the third world, Charles Correa, Butterworth Architecture, A Mimar Book, pp. 55-62