studente: Monica Prencipe

L’incarico per il nuovo piano di espansione di Jaipur proviene direttamente dal Jaipur Development Autorithy che intende creare non una semplice espansione, ma un vero e proprio “modello di pianificazione” per tutta l’India. Tra il 1986 e il 1986 l’intero studio di Doshi inizia a lavorare a quello che vuole essere più di un progetto, ma un vero e proprio “punto della situazione” sull’urbanistica indiana. Il progetto è possibile in quanto l’idea del recupero delle tradizioni rientra all’interno di un discorso politico – in quegli anni fortemente statalista- che vede nel recupero delle tradizioni anche un mezzo per recuperare quell’identità che la dominazione britannica aveva cercato di annientare non solo a livello sociale ma anche architettonico. L’orizzonte di riferimento quindi rimane sempre dominato de due poli di riferimento: da una parte la tradizione indiana, quella del mito più che della storia, dall’altra quella della lezione del moderno in Europa (primi tra tutti Le Corbusier e Kahn), proprio come lo spirito indiano di quegli anni, diviso tra il desiderio di modernità, di chiusura con il passato, e insieme di recupero di un’identità propria.


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Andreas Volwahsen, Cosmic architecture in India, Prestel-Mapin, New York 2001

William J.R. Curtis, Intervista allo storico dell’architettura J.R.Curtis. Architettura, “Abitare”,

n.463, luglio-agosto 2006, pp.96-101

Balkrishna Doshi, William J.R.Curtis, Il piano di Vidyadhar Nagar, la nuova Jaipur,

“Casabella”, n.558, giugno 1989, pp.42-57

George Michell, The plan of Jaipur. A fusion of Islamic and Indian ideas, “Storia delle città”,

n.7, 1978, pp.64-68

William J.R.Curtis, Balkrishna Doshi. An architecture for India, NJ&Mapin, Ahmedabad

1988

Balkrishna Doshi. The proof of yesterday, “World Architecture”, n.44, marzo 1996, pp.20-

35

Balkrishna Doshi, Costruire pour une communauté: Vidyadhr Nagar, “Cahiers de la

recherche architecturale”, n.35-36, pp.429-437

Vidyadhar Nagar: an Approach to Planning, Vastu Shilpa Foundation 1991

studente: Elisa Barberini

Il township ECIL, realizzato da Doshi tra il 1969 e il 1971, consiste in una espansione del territorio legato all’Industria elettronica di Hyderabad ( Electronic Corporation of India).

L’insediamento sorge a circa quindici chilometri dal centro della città di Hyderabad,collegato ad essa da una grande via di comunicazione, su un terreno roccioso ed arido con un clima caldo e asciutto, tipico della zona dell’Andhra Pradesh, fattori questi che hanno influenzato in maniera determinante  la pianificazione.

Doshi, infatti,  si è basato sulle carte climatiche di Hyderabad per stabilire le angolazioni del sole e la direzione dei venti così da sfruttarli al meglio mediante aperture e corti.

La pianificazione segue, quindi, un impianto razionale che tiene conto sia delle stringenti richieste del Governo in materia normativa, che del miglior modo di costruire in relazione ad un clima molto caldo ed alla tradizione del luogo.

BIBLIOGRAFIA

– B.V. Doshi, Spazio e Società n.38, Guest Editor

– James Steele, The complete architecture of Balkrishna Doshi, Super Book House (Mumbai), 1988

– Vastu shilpa fondation, “Living environments” housing designs by Balkrishna Doshi

– William J. R. Curtis, Balkrishna Doshi an architecture for India, Rizzoli, 1988

RIVISTE

– Balkrishna Doshi, A+U n. 368, p.10-26

Erwin J.S. Viray, Interview with Balkrishna Doshi “A flow in India”, A+U n. 445, p.16-26

– Fulvio Irace, Intervista allo storico dell’architettura William J. R. Curtis, Abitare n.463, p.96-101

Vastu shilpa works, Architectural design, Volume 30 (Aprile 1960), p.153-154

– William J. R. Curtis, Towards an Authentic Regionalism, MIMAR n.19 (Gennaio-Marzo 1986), p.24-31